Fecondazione in vitro

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STERILITA'
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Fecondazione in vitro

Fecondazione in vitro

Con questo termine si definiscono una serie di tecniche so­fisticate che prevedono la fecondazione in provetta dell’ovo­cita. Una volta formato, l’embrione viene trasferito in utero o in tuba ad uno stadio di sviluppo diverso secondo la tecnica che si intende utilizzare.

Le indicazioni:

Indicazione assoluta è la chiusura delle tube o la loro as­senza ma viene anche utilizzata in tube già operate, endome­triosi, sterilità inspiegata, presenza di anticorpi e ipofer­tilià maschile.

 

Le metodiche:

Tutte le tecniche, nella fase iniziale, sono uguali:

Si effettua stimolazione dell’ovulazione in modo da avere un alto nume­ro di follicoli (anche 10- 15) da trattare;  quando i follicoli sono maturi vengono aspirati e svuotati del contenuto liquido nel quale sono immersi gli ovociti.

Al fine di avere una migliore temporizzazione ed un maggior numero di ovociti viene quasi sempre somministrato un analogo del GNRH  10 giorni prima della stimolazione: Tale farmaco blocca la produzione interna di FSH ed LH in modo che, avvenuta la mestruazione, le ovaie siano stimolate dai soli ormoni somministrati. L’aspirazione dei follicoli viene preferibilmente eseguito per via vaginale e sotto guida ecografica, con un ago che viene spinto progres­sivamente in ognuno dei follicoli ovarici. Il prelievo può es­sere praticato in anestesia e, per un numero medio di follicoli (10), dura circa 15-20 minuti.

Nella FIV-ET  gli ovociti ritenuti validi vengono messi in provetta con gli spermatozoi del marito opportunamente trattati. Quando il numero e la motilità degli spermatozoi sono ridotti di numero, si la fertilizzazione degli ovociti con la I.C.S.I. che consiste  nell’inserire un micro ago nel nucleo dell’ovocita, con cui viene immesso lo spermatozoo. 

Oggi, dopo la legge 40 del 2004, poiché non è possibile utilizzare più di 3 ovociti, per poter avere il massimo di possibilità di fecondazione si procede molto più frequentemente alla I.C.S.I. che permette di avere qualsi il 100% di ovociti fecondati.

 Embrione a 4 cellule

 

Dopo 16-20  ore dalla inseminazione si controlla l’avvenuta fertilizzazione .

Il Biologo esperto in queste tecniche riconosce all’interno  dell’ovocita la presenza di due nuclei (pronuclei): è la dimostrazione che i corredi cromosomici maschile e femminile sono stati attivati.

Questa fase viene descritta come pre embrionale (o zigote) proprio perché il corredo cromosomico dei due genitori non ha ancora formato il corredo cromosomico del nuovo essere.

Il giorno successivo si assiste alla divisione e moltiplicazione cellulare.

Il trasferimento in utero degli embrioni avviene di solito in terza o in 5 giornata (stadio di Blastocisti), asseconda del numero e qualità degli ovociti correlati con l’età della donna.

 

Banca dei gameti

La banca dei gameti è la conservazione di cellule germinali (spermatozoi e ovociti) al fine di conservare la possibilità di avere prole. I primi ad essere conservati sono stai gli spermatozoi per i quali c’è una esperienza ormai decennale. Più difficile è la conservazione degli ovociti per motivi le­gati alla tecnica.

La conservazione avviene in appositi contenitori di azoto liquido dove si raggiungono temperature molto basse (Criocon­servazione). In tali contenitori i gameti possono essere con­servati praticamente per tempo indefinito.

Nella banca del seme vengono crioconservati:

  • Spermatozoi di coloro che devono essere sottopo­sti a terapie che mettono a rischio la fertilità, come succede in giovani che effettuano terapie antiblastiche.
  • Spermatozoi di uomini, le cui mogli devono essere sottopo­ste a tecniche di fertilizzazione assistita, che non possono essere presenti, per lavoro od altro, il giorno in cui si ef­fettua il tentativo.
  • Spermatozoi di uomini che decidono spontaneamente di donare il proprio seme a coppie in cui l’uomo non ha spermatozoi nel liquido seminale.
  • Con lo stesso sistema possono essere conservati embrioni prodotti in eccesso durante le fecondazioni assistite. Dopo la Legge 40 del 2004, in Italia ciò è posibile solo quando i tre embrioni prodotti non è possibile trasferirli per sopravvenuti problemi della donna. Gli embrioni conservati potranno essere trasferiti in utero in un ciclo successivo.
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